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Breviario: una recensione

Scrivere un saggio è un’impresa che presenta vari risvolti positivi per l’autore. Il principale, a mio avviso, è che lo costringe a pensare in maniera molto più completa, circostanziata e approfondita all’argomento che è oggetto del suo interesse. Perché, ovviamente, un conto è parlare di qualcosa, un altro è scriverne, e se già scrivere un semplice articolo di giornale o un post per il blog rappresenta uno sforzo ben maggiore rispetto a una discussione orale, affrontare un argomento avendo come obiettivo la pubblicazione di un libro rappresenta un ulteriore salto di qualità.

Un altro risvolto positivo, che è poi, almeno in parte, una diretta conseguenza del primo, è che esiste una qualche probabilità di ricevere una recensione come quella  scritta da un lettore talmente attento e profondo da lasciarmi quasi senza parole per l’acutezza con cui è riuscito a a cogliere, direi, l’anima del mio Breviario del giovane politico. A rigore, in un certo senso, non dovrei dirmi stupito, dal momento che già conoscevo l’acume dell’autore della recensione, ma sperimentare sulla propria pelle quella qualità è un’altra cosa. A questo punto, dire che gli sono grato sarebbe dir poco, ma lo dico lo stesso. Grazie, del resto, è sempre una gran bella parola. Grazie, Alfonso.

Categorie:filosofia politica
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