Home > culture autoctone, religione, scuola > Dante e l’islam: ignoranza dietro l’ennesimo caso di Cancel Culture

Dante e l’islam: ignoranza dietro l’ennesimo caso di Cancel Culture

Qualche considerazione al volo sulla vergognosa vicenda di Treviso. Il mio pezzo su NICOLAPORRO.IT/ATLANTCICOQUOTIDIANO del 27/5/2024. 

Ci risiamo. Mentre nella laica Torino, all’interno dell’università, un gruppo di studenti organizza una preghiera islamica guidata da un imam che inneggia alla jihad (e il rettore fa finta di non saperne nulla), in una scuola di Treviso una docente esonera gli alunni musulmani dallo studio di Dante. Per non offenderli, dato che il Sommo Poeta, nella Commedia, ha sparlato del Profeta – e non senza, bisogna riconoscerlo, un certo compiacimento, per non dire sadismo (almeno apparente).

Nessuna reciprocità

Eh già, perché si sa, nessuno è perfetto, e Dante, toscanaccio verace, quando ci si mette non le manda certo a dire. Del resto nel suo tempo il concetto di inclusione non figurava tra i più in voga. Ma la nostra inclusione, bisogna dire anche questo, è senza reciprocità, cioè: noi, in occidente “includiamo”, e quando serve tagliamo via ciò che può offendere orecchie delicate e innocenti come quelle dei seguaci del Profeta, mentre questi ultimi possono fare tutto il contrario, e se giri per strada dalle loro parti con il crocifisso al collo – una semplice catenina d’oro che quasi neanche la vedi – ti arrestano senza neppure darti il tempo di dire “amen”.

Suicidio culturale

Ma c’è poco da recriminare, quelli brutti e cattivi siamo noi per principio e dobbiamo vergognarci, anzi, possibilmente sparire – non prima, però, di aver assassinato la nostra cultura, calpestato la nostra storia e rinnegato quelle che chiamiamo “le nostre glorie”, ma che, si badi bene, glorie non furono, in quanto sporcate in ogni caso dal nostro “razzismo sistemico”, come si esprimono i colleghi americani di quelli che hanno invitato l’imam a Torino.

O così insegnano molti dei nostri beneamati professori di ogni ordine e grado: dalle maestre che nel tempo libero vanno all’estero per corcare di botte (a quanto risulta) nazistelli e simili, ai docenti che a Treviso ammainano la bandiera del Padre della lingua italiana senza neppure combattere, agli accademici illuminati che teorizzano ex cathedra la nostra nefandezza incurabile (di stramaledetti occidentali), a fronte della quale le nefandezze altrui sono peccatucci veniali e senza importanza… [CONTINUA A LEGGERE

  1. Al momento, non c'è nessun commento.
  1. No trackbacks yet.

Lascia un commento