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Italy’s new Constitution (updated)


Italy’s new Constitution has been approved today (Cnn-World) by the Parliament.
 
In short:
 
>The Senate will be transformed into a federal, rather than national, legislative body.
>The prime minister will be given the power to hire and fire ministers and to dissolve parliament.
>Italy’s 20 regions will be given full autonomy over health, schooling and policing.

………

UPDATE November 17, 11:00 am
See also:  "Italian Senate backs radical reforms to constitution," Financial Times, by Tony Barber.

Categorie:somewhere in italy
  1. 16 novembre, 2005 alle 23:56

    una riforma molto sbilanciata e a favore del premier; il capo dello Stato ridotto a ruolo ancor più marginale. Una pessima cosa, la cambiale firmata a Bossi. Spero nel referendum. Ciao Rob. Alain

  2. 17 novembre, 2005 alle 21:07

    Caro Roberto, ti ringrazio della visita nel ‘convivium’, ne sono stata molto lieta. Ti lascio solo un abbraccio con tutto il mio affetto. Ieri ho seguito dal primo memento all’ultimo la seduta in cui il nostro parlamento si è praticamente consegnato nelle mani del primo venuto. Una sorta di suicidio. Provo un dolore civile troppo grande per poter fare commenti. harmonia

  3. anonimo
    17 novembre, 2005 alle 23:36

    Secondo molti,la Costituzione del 1948 ha bisogno di essere riformata in senso federalista. La riforma appena approvata può avere tutti i difetti che si vuole ma, a mio avviso, ha il grande merito di avere aperto la strada. Se sarà bocciata dal referendum, per almeno 20 anni non si parlerà più di modifiche costituzionali. Questo esito legherà, pertanto, le mani a tutti, anche a un centrosinistra che diventasse maggioranza.

  4. 18 novembre, 2005 alle 22:26

    Spero proprio che l’esito leghi le mani a tutti e lasci le cose come stavano. Di federalismo probabilmente ce n’è troppo piuttosto che troppo poco; in un Paese così difforme ( e con problemini come la mafia ) serve unione nazionale, altro che devoluscion.Il pastrocchio è stato servito al Bossi in ringraziamento dei servigi, con la connivenza vergognosa dei centristi e degli (ex) nazionalisti di AN. Si vergognino.

  5. anonimo
    18 novembre, 2005 alle 22:59

    Non mi risulta che il federalismo, negli USA o in Svizzera, abbia mai messo in pericolo l’unione nazionale.
    sergiovivi.blogspot.com

  6. 19 novembre, 2005 alle 0:03

    Ieri sera, a Otto e mezzo, c’era Angius contro Castelli e Panebianco in mezzo. Angius mi sembrava molto prudente nei toni e pesava bene le parole. Ecco, direi che uno può esprimere le sue riserve, ma quando si usano toni da ultima spiaggia, che la democrazia è perduta e i barbari sono arrivati, io non so che dire.

    Comunque, non esiste una costituzione perfetta, esistono soltanto democrazie che funzionano e democrazie che non producono altro che contrapposizioni frontali ed esasperazioni. Nessuna riforma.

    Con tutti i suoi difetti (che probabilmente non sono pochi e nemmeno troppo lievi) a me questa riforma non dispiace. Nella sostanza.

    Sul federalismo dico solo che ce n’è ancora troppo poco, e che ci vuole anche il federalismo fiscale (come spiegava Panebianco ieri). Responsabilizzare è l’unico modo per ottenere efficienza.

    Sul premierato sono d’accordo (anche Angius, in sostanza, lo è: non che la cosa mi interessi più di tanto, ma lo dico per la cronaca).

    Sul nuovo Senato ho qualche dubbio, ma devo informarmi meglio.

    Un’ultima cosa: dobbiamo liberarci di una mentalità immobilistica e conservatrice per cui ogni cambiamento, praticamente, è opera del demonio. Io credo che cambiare, in politica, sia meglio che conservare. Per principio. E’ un’attitudine mentale che preferisco di gran lunga a quella conservatrice, perché la politica è movimento. L’immobilità la uccide. De Gaulle, quando cambiò la Costituzione francese, fu sommerso dalle grida e dagli insulti della sinistra. Poi un bel giorno Mitterrand ammise: abbiamo sbagliato, era un grande riforma, aveva ragione il Generale. Dico così, solo a tittolo esemplificativo di quanto vi sia da dubitare di chi grida con troppa facilità allo scandalo.

    A forza di gridare al lupo al lupo, del resto, come insegna la favola …

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